Lo staff del Codice Pelavicino Edizione Digitale augura buone feste a tutti gli amici regalandovi altri cinque nuovi documenti:
364 – CCCCIII – 1283 luglio 20, Ameglia (in castro Amelie, in ecclesia Sancti Vincencii)
Guglielmo Mascardo del fu Alberto vende al vescovo di Luni Enrico alcuni redditi e pensioni nel distretto di Barbazzano per la somma di 150 lire di imperiali.
365 – CCCCIIII – 1263 febbraio 6, Ameglia (in curia castri Amelie)
Il vescovo di Luni Guglielmo loca a Michele del fu Albertone di Balognano di Ameglia un terreno con casamento posto nel luogo detto La Palmia vicino al castello di Ameglia. Il fitto annuo ammonta a 15 denari di imperiali o di genovesi secondo quanto già stipulato in un atto tra Michele e Manzettino del fu Panigacio di Ameglia. Michele è tenuto a costruire sopra il terreno una casa in muratura entro un anno, al termine del quale quanto costruito verrà valutato e pagato secondo il giudizio di arbitri del luogo.
366 -CCCCV – 1257 aprile 10, Lucca (Luce, in camera quadam ecclesie Sancti Fridiani Lucensis)
Il vescovo di Luni Guglielmo concede agli uomini del comune di Santo Stefano di tenere mercato ogni domenica sulla piazza di fronte alla chiesa plebana. Le condizioni stabilite prevedono che il vescovo riceva la curatura del mercato e mantenga la piena giurisdizione in campo civile e criminale; nessuna altra tassa può essere imposta se non dietro sua licenza. Se il mercato annuale di Ceparana capiterà di domenica, il mercato di Santo Stefano dovrà essere sospeso. I sindaci del comune, Alcherotto della fu Credenza ed Enrico di Padivarma, nominati in un atto del notaio Pagano del 1257 marzo 20 che elenca l’intero consiglio del borgo, promettono di osservare quanto stabilito sotto pena di 200 lire di denari lucchesi. Se per caso vi sarà necessità di ampliare la piazza che ospita il mercato, il vescovo si impegna ad acquistare i terreni in cui sorgono eventuali edifici da abbattere, al prezzo stabilito da arbitri.
367-CCCCVI – 1198 agosto 24, Ceparana ( in claustro abbatie de Cepparano)
Rodolfo di Santo Stefano, castaldo del vescovo Gualtiero, libera Busseto del fu Martino di Tiglia da ogni condizione villanatica. Busseto si impegna a non rivendicare diritti sul podere che teneva per conto del vescovo.
368-CCCCVII – 1279 luglio 28, Santo Stefano (in plebe Sancti Stephani; in domo Guilielmini quondam Alamanni de Sancto Stephano); 1279 luglio 30, Caprigliola (Capriliole, in palacio domini episcopi)
Il vescovo di Luni Enrico raccoglie alcune testimonianze sui diritti sulla strada pubblica presso l’ospedale di Scognavarano, che gli venivano contesi dagli uomini e dal comune di Vezzano. Tali diritti riguardano in particolare la raccolta del pedaggio, il controllo e la protezione dei viandanti.