Cari amici del Codice Pelavicino Edizione Digitale,
vi auguriamo buone feste regalandovi altri 5 documenti! Approfittiamo anche per ringraziare quanto ci scrivono segnalandoci piccole e grandi correzioni: continuate così!
399 – CCCCXXXVIII
1203 luglio 24, Santo Stefano Magra (in canonica plebis Sancti Stephani)
1203 agosto 1, Ceparana (in claustro monasterii de Cepparana)
1203 agosto 15, Sarzana (Sarzane, in camera Opizonis de Burçiono, Lunensis canonici)
1203 agosto 17, Vezzano (in castro Vezani)
I signori di Vezzano, ossia Guido de la Donna, Baldovino, Boso, Lamberto e suo figlio Vivaldo, Ugolino di donna Matelda e suo fratello Paganello, Conte del fu Ardiccione, Guido anche come tutore di Guiglielmino figlio del fu Grimaldo, donano al vescovo di Luni Gualtiero tutto quanto possiedono nel castello e nel distretto di Vezzano, esclusa la chiesa di S. Maria. In cambio ricevono dal vescovo 150 lire di imperiali per costruire degli edifici, somma che deve essere versata ai signori di Vezzano, eccetto che a Guglielmino Bianco. Il vescovo investe quindi feudalmente i donatori di quanto ha appena ricevuto, promettendo di aiutarli contro tutti e in particolare di farli aiutare dai visdomini vescovili e dai consoli di Bolano, Santo Stefano, del borgo di Sarzana e del castello di Sarzana, che devono giurare tale impegno all’inizio del loro mandato o entro 30 giorni dalla richiesta ufficiale dei signori. Da questa tutela è eccettuata la fedeltà al papa e all’imperatore e quanto previsto nei patti stipulati con Guglielmino Bianco. In momenti successivi effettuano la medesima cessione, ricevendo poi l’investitura, anche Tagliaferro e Scera, figli del fu Monegello, e Ranuccio nipote di Baldovino; seguono Tagliaferro e Ranuccio nipote di Aldoino che, per conferma, fanno mettere il vessilo del vescovo sulla torre di Lamberto. In questa occasione il vescovo prende materialmente possesso del castello toccando le porte e gli angoli delle case. Seguono infine Guido della Donna e Ugolino di Rainaldino come tutori dei figli del fu Grimaldo. Giurano in momenti diversi Aldeprando come visdomino e console di Sarzana, Gerardo di Giusfredo e Buoncontro di Sarzana, consoli di Sarzana, Atto e Rollandino figli del fu Giustamonte di Trebiano come visdomini.
400 – CCCCXXXVIIII
1235 febbraio 09, Ameglia (in palacio curie Amelie)
Vivaldo e Corrado del fu Lamberto di Vezzano dichiarano al vescovo di Luni Guglielmo di non poter più conservare il loro feudo a Vezzano, dato che il palazzo è in rovina, non hanno i mezzi per poterlo restaurare, i loro diritti sono usurpati dai consorti e i vassalli oppressi. Per questo motivo cedono al vescovo in permuta il suolo con sopra il palazzo e due torri e altri edifici e terreni nel castello di Vezzano, metà pro indiviso di tutti i vassalli, castellani e uomini a loro pertinenti e la quinta parte della giurisdizione di Vezzano; mantengono per sé metà dei vassalli, castellani e uomini, oltre che i beni posti fuori dal castello di Vezzano e dal consorzio dei signori di Vezzano. In cambio il vescovo Guglielmo cede ai due fratelli 6 iugeri contigui di terreno presso il Carcandola, vicino al borgo di Sarzana e 6 iugeri ad Acciliano, valutati 200 lire di imperiali da Alberto visdomino e Saladino di Fosdinovo. Dato che la cessione dei due fratelli ha un valore maggiore, il vescovo versa loro 40 lire di imperiali in compensazione; Vivaldo e Corrado ottengono i beni in feudo e di conseguenza rimangono suoi vassalli.
401-CCCCXL
1230 aprile 25, Barbazzano (apud Barbazanum, in curia domini episcopi)
1230 aprile 30, Isola (apud Ysolam, ante ecclesiam Sancti Victoris)
I signori e i consorti del castello di Isola, ossia Federico, Iungo anche per i fratelli Recoino e Marchesello, Guido del fu Alberto anche per il fratello Albertino, Aicardino del fu Visconte anche per i fratelli Guglielmino, Gerardino e Filippo, Belengio e suo fratello Baldovino, Ugolino e Bonacorso si impegnano sotto giuramento a mantenere tra loro il consorzio e fare tutto quello che comporta farne parte e donano al vescovo di Luni Guglielmo il mero e misto imperio del castello e curia di Isola. Dopo cinque giorni Recoino e Marchesello del fu Valentino, Guglielmino, Gerardino e Filippo del fu Visconte, Albertino del fu Alberto, Enrighino Calcinello, Talaferro e Trulio approvano. Giurano infine nominalmente anche i consoli e gli uomini di Isola.
402 – CCCCXLI
950 gennaio, Marinasco (ad plebe Sancti Stephani in Marnasco)
Ildeberto di Isola figlio del fu Adalberto chiede al vescovo di Luni Adalberto un terreno, già tenuto a livello, nel luogo detto Monte de Gruppina, dove Ildeberto aveva fatto costruire un castello; chiede poi altri beni nei luoghi detti Isola, Felicta, Marciano, Sustiliano, anch’essi già tenuti dal padre Adalberto a diverso titolo. Ildeberto deve al vescovo ogni anno un censo di 2 soldi.
Il testo è alquanto scorretto. Il documento è datato al 19° anno di regno di Lotario II “dopo l’arrivo in Italia”: il riferimento dovrebbe essere al 931, quando Ugo di Provenza, incoronato a Pavia nel 926, associò il figlio Lotario ancora infante al regno. L’anno, 950, corrisponde con l’indizione. Il Podestà leggendo Regnante donno nostro Lotario rex, postquam in Italia ceperat anno IX, X die mensis ianuarii, indictione VIII, indica invece come anno di redazione il 939, che però non corrisponde all’indizione. Correzione già apportata dal Lupo Gentile.
403 – CCCCXXXXII
1230 maggio 14, Vezzano (apud castrum Vezani)
1230 giugno 20, Ceparana (in monasterio Cepparane)
1230 giugno 23, Sarzanello (in porticu palacii castri Sarzane)
1230 giugno 25, Luni (sub porticu Sancte Marie de Luna)
1230 luglio 2, Sarzana (apud burgum Sarzane, in domo filiorum quondam Thomasini)
1230 luglio 21, Sarzana (apud burgum Sarzane, sub porticu ecclesie Sancte Marie)
Ugolino Boctillione e Rollandino del fu Guglielmo Blanco di Vezzano, avendo raggiunto la maggiore età e volendo seguire le orme dei consorti signori di Vezzano, che avevano ceduto al vescovo di Luni Gualtiero quanto possedevano a Vezzano, cedono all’attuale vescovo di Luni Guglielmo quanto essi possiedono in quel castello e nel distretto, ad eccezione della chiesa di Santa Maria e di un campo, una casa e vigne in Casalino. Si impegnano a rispettare la cessione anche Beatrice, madre di Ugolino e Rollandino, e le rispettive mogli, Flandrina e Dulciolina. Nei giorni successivi l’impegno è giurato anche dai consoli e consiglieri di Bolano, dal console di Montebello, dai consoli e consiglieri di Santo Stefano Magra, dai consoli di Caprigliola, dai consoli di Nicola, dal console e alcuni consiglieri di Ortonovo, dai consoli e alcuni consiglieri di Castelnuovo. Il 21 luglio Guido, fratello del vescovo Guglielmo, chiede a Guido, podestà del borgo di Sarzana, di convocare il consiglio. Costui convoca per la sera stessa 50 buoni uomini, che però il fratello del vescovo vorrebbe parzialmente cambiare. Al rifiuto del podestà, il fratello del vescovo ordina all’intero consiglio di impegnarsi a rispettare la cessione di Ugolino Boctillione e Rollandino, onorando il giuramento di fedeltà che li teneva legati al vescovo.
L’indizione dovrebbe essere la III e non la I come già notato da Mazzini 1914 p. 29. Nel testo è inserto il doc. 399-CCCCXXXVIII, con esclusione dell’escatocollo con la data topica e cronica. Le integrazioni sono quindi basate sul confronto con quest’ultimo documento. Nel margine esterno, di mano moderna: Donationem de Vezano in dominum episcopum