Finalmente di nuovo on line

Cari amici del Codice Pelavicino Edizione Digitale

come credo avrete notato, siamo stati oscurati per un po’ di tempo a causa di un attacco al server dell’università dove siamo ospitati. Una copia del sito e dell’edizione vera e propria sono sempre al sicuro, ma l’attacco ha creato non pochi problemi e ha chiesto ai nostri bravi sistemisti un duro lavoro di ripristino e pulizia.

Nel frattempo il lavoro è comunque andato avanti. Le vostre segnalazioni hanno portato a varie correzioni (controllate) e altri documenti sono stati codificati. Anzi siamo felici di annunciare che siamo ormai prossimi a finire i documenti dal 100 all fine (quelli che consideriamo “facili”) e tra poco ci rimboccheremo le maniche per codificare quelli iniziali, molto più rognosi.

Per rimediare al lungo silenzio vi annunciamo l’uscita di 10 nuovi documenti. Come sempre sono graditi suggerimenti, osservazioni, correzioni.

389 – CCCCXXVIII
1266 agosto 22, Albiano (sub porticu ecclesie Sancti Martini de Albiano)
Mazolo e Pietro, consoli del comune di Albiano, e i consiglieri Adorneto del fu Paganuccio, Maruffo e Guardavilla, giurano a Paganino, castaldo del vescovo di Luni Guglielmo, di osservare quanto è stato stipulato fra il vescovo stesso e Ferro di Cordula, loro sindaco. Con loro giurano altri 29 uomini di Albiano.

A differenza di quanto afferma MAZZINI 1914, p. 29, l’anno è da correggersi in 1266, come si ricava dai documenti 388 e 390.

390 – CCCCXXVIIII
1266 giugno 13, Santo Stefano Magra (apud Sanctum Stephanum, in podio)
Mazolo, capitano in Albiano, e i consiglieri Adorneto, Pietro e Parente a nome della comunità di Albiano, costituiscono Ferro di Cordula loro sindaco e procuratore per trovare un accordo con il vescovo di Luni Guglielmo al fine di riformare i patti e gli ordinamenti precedenti stabiliti tra la comunità e il vescovo e a redigerne di nuovi.
391-CCCCXXX
1224 settembre 21, Sarzanello (castro Sarzane, in porticu palacii domini episcopi)
Buttafava, vescovo di Luni, approva quanto il vescovo Gualtiero, suo predecessore, stipulò il 29 marzo 1208 con gli uomini di Pontilliolo quando aveva costruito il castello di Montebello nel distretto di Bolano. Ai tali patti, riportati quasi per intero, il vescovo Buttafava aggiunge l’obbligo per gli uomini di Montebello di partecipare alle cavalcate per il vescovo sotto il vessillo del comune di Bolano.

Autentica non datata ma collocabile intorno alla metà del XIII secolo dalla presenza dei notai Pagano e Aiuto.

392-CCCCXXXI
1235 giugno 3, Sarzanello (in curia episcopi de castro Sarzane)
Il vescovo di Luni Guglielmo concede a Bernardino figlio naturale del fu Americo di Giovagallo, a titolo di dote per Melodia, figlia di Benedetto di Montebello e di sua moglie Gibertina, tutto il podere che i coniugi Benedetto e Gibertina avevano in Montebello. Bernardino è tenuto a risiedere nel podere alle medesime condizioni. La transazione costa 40 soldi di imperiali.
393-CCCCXXXII
1259 gennaio 18, Ponzanello( Ponzanelli, in palatio domini episcopi )
Il vescovo di Luni Guglielmo loca a Parentino del fu Conforto, sindaco e procuratore del comune di Montebello, alcuni poderi a favore dello stesso comune; in particolare i poderi che sono degli eredi di Paganeto e Mercado, Alegrino, Donadello, Benesia, Cangnolo e Prodomo, i cui detentori risultano assenti e non abitano a Montebello, e i poderi che furono di Vivasino del fu Advenante e di Enrichetto, ora senza eredi. Il comune può affittare ad altri tali poderi a patto che dia metà dei proventi al vescovo nella misura di dieci staia di frumento l’anno. Se qualcuno degli eredi nominati vorrà tornare nel suo podere ne avrà facoltà e il fitto annuale dovuto dal comune sarà ridotto in proporzione; in particolare se Bonavita di Montebello, che ora abita a Follo, vorrà tornare ad abitare a Montebello, gli sarà lecito ottenere il podere che era un tempo di Prodomo.
394-CCCCXXXIII
1269 giugno 18, Ceparana (Cepparane, in ecclesia Sancti Venantii)
Parentino del fu Conforto di Montebello cede a Paganino del fu Benedetto di Santo Stefano, castaldo del vescovo di Luini Guglielmo, il podere in Montebello che fu di Perceval del fu Rollandeto di quel luogo, da cui lo aveva comprato. Gli cede inoltre una casa che possiede nel castello di Montebello, il fitto di uno staio di frumento che riceveva da Mazolo di Stadino e tutti gli altri acquisti fatti da lui o da suo fratello Benedetto, che spettano al vescovo.
395-CCCCXXXIIII
1257 giugno 8, Lucca (Luce, in domibus ecclesie Sancti Fridiani)
Il vescovo di Luni Guglielmo concede in feudo a Berardino e Simone del fu Alberto di Panicale quanto i due fratelli avevano acquistato nel castello e nel distretto di Stadano da Guglielmo della Brina e da suo nipote Pucio, dai figli di Attocane di Bibola e da Borlandino di Stadano. Il vescovo si riserva ogni diritto sul castello e, in particolare, su un casalino posto al suo interno. Berardino giurà quindi fedeltà al vescovo e riceve l’investitura.

 

L’atto di vendita citato nel corpo del documento, datato MCCXLIII indictione XI die XXVI mense augusti, pone alcuni problemi in quanto nell’agosto 1243 correva la prima indizione e non l’undicesima; sono tuttavia formulabili più ipotesi di correzione: il Mazzini (MAZZINI 1914, p. 29) propone 1253 per accordarlo all’indizione XI, ma lo scriba potrebbe aver effettivamente trascritto XI al posto di I e in questo caso sarebbe da mantenere l’anno 1243; sempre come errore di copiatura avrebbe potuto scrivere XI al posto di XV: in questo caso la datazione originale sarebbe stata in stile pisano, riconducibile all’anno comune 1242. Il notaio Iannone di Borgo Nuovo è tuttavia attestato in attività in un atto del 1253 datato con lo stile della natività, di conseguenza si considera dotata di maggiore plausibilità l’ipotesi del Mazzini.

396-CCCCXXXV
1257 gennaio 23, Lucca ( in civitate Lucana, in claustro ecclesie Sancti Michaelis in foro)
Amatore, canonico di S. Michele in foro a Lucca, delegato dal priore Ranuccio e dal pontefice, chiede a Orlandino del fu Michele di Potensano di comparire di fronte a Uberto Dominici, procuratore e sindaco del vescovo di Luni Guglielmo, per la questione relativa a tre pezzi di terra in località Rota e Trefoxoli che i vescovo reclama per sé. Il convocato dichiara di non possedere alcuna delle terre suddette.
397-CCCCXXXVI
1257 gennaio 23, Lucca ( in civitate Lucana, in claustro ecclesie Sancti Michaelis in foro)
Formentino del fu Carpinello di Stadano, a nome proprio e in qualità di procuratore dei fratelli Bernardino e Simone, figli del fu Alberto di Panicale, e di Bonvicino, Pegolotto, Alibene, Paganino, Andriolo e Bonafide di Stadano, dichiara ad Amatore, canonico di S. Michele in foro a Lucca, delegato dal priore Ranuccio e dal pontefice, e a Uberto Dominici, procuratore e sindaco del vescovo di Luni Guglielmo, di dovere ogni anno al vescovo ottantaquattro uova, due staia di orzo e quattordici galline. Amatore sentenzia quindi che il pagamento annuale sia assolto.
398-CCCCXXXVII
1230 giugno 20, Ceparana (in ecclesia e in claustro monasterii Cepparane)
Giacomino di Giunta di Valeriano e Bolaneto di Bolano, eletti dai loro consorti singolarmente nominati, cedono a Conforto notario di Sant’Andrea e a Guiscardo del fu Gerardino di Cafaggio, che ricevono a nome del vescovo di Luni Guglielmo, tutto quanto possiedono nel poggio di Stadano. Contestualmente il vescovo Guglielmo concede il poggio di Stadano a Gibertino del fu Codeiudeo, podestà di Stadano, a seguito di quanto era già stato dato per investitura nel 1210 dal vescovo Gualtiero al comune di Stadano. Gibertino e gli uomini di Stadano giurano quindi fedeltà al vescovo, il quale li investe della sua porzione di feudo.

All’interno dell’atto è riportato il testo dell’investitura fatta il 17 luglio 1210 dal vescovo Gualtiero a Guizolino del fu Monegallo console di Stadano. Il documento è datato anno a nativitate Eius MCCXI, indictione III, Xe die sabbati, XVI kalendas augusti dove l’indizione non corrisponde all’anno dato, perché nel 1211 correva la XIV indizione e il 17 luglio cadeva di domenica. Si ritiene probabile un errore del copista, che avrebbe omesso la X di XIII. Nonostante il dichiarato stile a nativitate parrebbe quindi usato lo stile pisano dell’incarnazione, che corrispondeva al 1210 luglio 17 in stile comune.