Cari amici del Codice Pelavicino Edizione Digitale, eccovi altri cinque documenti. Prima di illustrarli desideriamo ringraziare chi ci ha scritto personalmente o ha commentato nel sito. Appena possibile cercheremo di rispondere a tutti.
348-CCCCLXXXVII
1235 marzo 25, Sarzana (in curia castri Sarzane)
Guglielmo, vescovo di Luni, loca a Bonagiunta del fu Paganello di Barbazano un pezzo di terra boschiva di tre iugeri posta in valle de Aramonti. Il fitto annnuale ammonta a un sestario e mezzo di grano.
349-CCCCLXXXVIII
1233 gennaio 31, Ameglia (in palatio episcopi de Amelia)
Guglielmo, vescovo di Luni, loca a Guidone di Canneto del fu Guglielmo e a Giunta del fu Pietro di Montemarcello, che agiscono a nome del loro pupillo Enricuccio del fu Enrico di Canneto, due parti pro indiviso di un pezzo di terra in Monte Marcello, a Sommo Foresto. Il fitto annuale corrisponde a due sestari di frumento; la concessione costa 18 soldi di imperiali.
350-CCCCLXXXVIIII
1139 febbraio, Ameglia (castro Amelie)
Gerardino Befolco chiede in livello al vescovo Gotifredo il manso di Balognano, detto manso di Fotigero, posto a Balognano; 72 solchi a Isola di Ameglia dove si dice di Trainello; due pezzi di terra di 60 solchi a Pantaleo e un altro pezzo di terra nel medesimo luogo. Il fitto annuale ammonta a 11 denari e beni in natura.
L’incarnazione è espressa in stile pisano. L’autentica è databile alla prima metà del XIII secolo dalla presenza del notaio Pinioso detto Iacopino.
351-CCCLXXXX
1195 dicembre 24, Ameglia (in castro Amelie)
Bonagiunta del fu Ferruccio concede al vescovo Gualtiero mezzo iugero di terra diviso in due pezzi, posto al Dremone, in cambio della terra data alla chiesa di Trebiano col consenso dello stesso vescovo. Bonagiunta deve tenere il mezzo iugero come feudo, allo stesso modo in cui teneva la terra data alla chiesa e per questo essere vassallo della curia come lo era prima.
352-CCCLXXXXI
1200 giugno 3, Sarzana (Sarzani, in domo Burgensis quondam Bellotti)
Manzeto, castaldo del vescovo Gualtiero, loca a Matelda del fu Pagano di Balognano, vedova di Gregorio vetraio, quanto costui già teneva a livello dalla curia. Il fitto è di 12 denari di imperiali; la cessione costa 50 soldi di imperiali.