Sul caroçola del 347

Riceviamo e pubblichiamo volentieri da Sergio Mussi un breve studio sulla caroçola del documento 347. Da parte nostra aggiungiamo solamente due considerazioni:

  1. l’idea del luogo di rimessa per gli attrezzi è buona, ma necessiterebbe di confronti su occorrenze in altri documenti, preferibilmente liguri/toscani/emiliani;
  2. esiste un Carozolo relativamente vicino ad Ameglia.

Se qualche lettore avesse altre considerazioni da fare è il benvenuto. Può scrivere direttamente o partecipare nella sezione Commenta.

Segue intervento di Sergio Mussi:

Codice Pelavicino doc. CCCLXXXVI 347

Il termine caroçola

Si tratta di un termine detto a doppia suffissazione che ha alla base il lat. tard. carrus ‘carro’ (qui forse nell’accezione di ‘aratro’), più il suffisso di tipo vezzeggiativo -uccio/a, lat. ucĕu(m), nella variante dialettale -ùzzo/a, a formare ‘carrozzo’ e il suff. diminutivo olo/a (ant. e lett. –uòlo), lat. eŏlus, usato a formare dei derivati nominali, da cui un possibile ‘carozolo/a’. Ora, considerato che all’inizio la parola non porta la maiuscola e che segue alle menzionate “… due case nel castello di Ameglia, si può ipotizzare che il notaio non la usò per significare un nome di luogo e nemmeno per indicare un coltivo in quanto quest’ultimo sarebbe stato preceduto dal sostantivo ‘terra’; che invece utilizzò davanti ad alcuni toponimi come si evince dallo stesso documento, quali ad esempio ‘terra Angarecia’, ‘terra Parentore’. L’atto parla di una caroçola ‘carozolache il Gottolo doveva condividere con il “vicedomino” Adelprando (il vicario del vescovo Gotifredo), e alcuni “uomini” di Carrara (forse nobili della città). L’espressione “… due case nel castello di Ameglia, la terza parte della caroçolalascierebbe pensare ad una carozola da intendersi quale rimessa per gli attrezzi agricoli che doveva essere collegata alle due case, adatta al ricovero di carri, di carriole e soprattutto dell’aratro; attrezzo indispensabile per lavorare una carrucata” (carruatae terrae arabilis), unità di misura agraria medievale quantificata in tantum terrae quantum uno aratro coli potest in anno, la quantità di terra che un contadino può lavorare con l’aratro in un anno. Lo studioso Ferruccio Sassi, nel Giornale Storico e Letterario della Liguria del 1936, dal caroçola ricava un villa di Carozola, così Lupo Gentile ne Il Regesto del Codice Pelavicino trascrive ‘Carozola’, con la ‘C‘ maiuscola, in luogo di caroçola. Dalla ricerca toponomastica è emerso solamente una ‘via Carrozzola’ nella frazione di Piancastagnaio (SI).

Bibliografia:

F. Sassiricerche sulla organizzazione castrense in Giornale Storico e Letterario della Liguria (Anno XII – 1936 – XIVfascicolo IGennaio-Marzo, p. 202) della R. Deputazione di Storia Patria per la Liguria; L. GentileIl Regesto del Codice Pelavicino, in Atti della Società Ligure di Storia Patria, Vol. XLIV, Genova 1912, p. 365; Du Cange Glossarium Mediae et Infime Latinitatis, Parisiis 1845, p. 543, col. 2.carrucatae terrae arabilis“; SIRA – Toponomastica del comune di Piancastagnaio, MGH – Monumenta Germaniae Historica, 851. Friedrich verleiht dem Bischof Peter von Luni die Grafschaft Luni in Scriprores Leges Diplomata Amelie, 1183 Juni 30, Konstanz, p. 80; Rosemberg & Seiller – Calonghi Dizionario Latino Italiano; G. Devoto – G.C. Oli – Il Devoto-Oli, 2011; T. De Mauro e M. Mancini, I Grandi Dizionari . Garzanti Dizionario Etimologico, Garzanti Linguistica; B. Migliorini – Storia della Lingua Italiana, Milano 2016, carrus, p. 31; G. Rohlfs – Grammatica Storica della Lingua Italiana e dei Suoi Dialetti, fonetica, Torino 1996; M Cortellazzo – C. Marcato , Dizionario etimologico dei dialetti italiani, Lavis (TN) UTET 2005; REW – Romanisches Etymologisches Wörterbuch 1720, 1721, p. 164, col. 1, 2; C. Tagliavini – Le Origini delle Lingue Neolatine, Patron Editore, PP. 133, 138, 220, 321, 373; F. Lena – Studi e documenti di Lunigiana XII, Nuovo Dizionario del Dialetto Spezzino, Accademia Lunigianese di Scienze Giovanni Capellini, La Spezia Editrice 1992, p. 53, col. 1; G. Petracco Sicardi, Carrù (CN), DETI – Dizionario di Toponomastica, I Nomi Geografici Italiani, UTET, p. 148, col. 1, Carrù (CN), “… la voce carruta, carua compare connessa con il concetto di ‘aratro’ negli Statuti di Mondovì e di Peveragno…”.