Cinque nuovi documenti e una presentazione

Cari amici del Codice Pelavicino Edizione Digitale

dopo avervi annunciato l’apertura dell’Indice cronologico e della Timeline, continuiamo con le pubblicazioni dei documenti, segnalandovi anche una nuova presentazione sulla Struttura e workflow dell’edizione digitale del Codice Pelavicino (seminario tenuto all’Università di Bologna, campus di Ravenna, aprile 2018, relatrice Enrica Salvatori, prezi di Chiara Mannari).

I 5 documenti che pubblichiamo oggi sono molto simili perché  riguardano tutti terreni posti a Bolano (SP) e  testimoniano un mutamento di condizione contrattuale: il vescovo Guglielmo riacquista in solido beni che prima aveva concesso in feudo e li riassegna in affitto ai precedenti tenutari, che devono versare annualmente un censo in natura. In un caso (380 – CCCCXVIIII) si specifica l’origine del denaro usato per la transizione, ossia quanto il vescovo aveva ottenuto dalla liberazione dei rustici di Carrara. Evento riportato dal documento 277-CCCXV.

379 – CCCCXVIII
1255 settembre 21, Ponzanello (in ecclesia de Ponzanello)

Gualduccio di Bonafesta di Bolano cede al vescovo di Luni Guglielmo, al prezzo di 3 lire di imperiali, cinque pezzi di terra posti nel piano di Bolano. Gualduccio, che prima teneva tali beni in feudo dallo stesso vescovo e dalla curia lunense, li ottiene ora in affitto al censo di uno staio e mezzo di frumento.
Edizione parziale in LUPO GENTILE 1912n. 418, pp. 410-411 con data 1256, già corretta da Mazzini 1914, p. 28.

380 – CCCCXVIIII
1255 settembre 21, Ponzanello (in ecclesia de Ponzanello)

Bolaneto del fu Prodomo di Debio, del distretto di Bolano, cede al vescovo di Luni Guglielmo, al prezzo di 20 soldi di imperiali, la metà di due pezzi di terra posti a Debio. Bolaneto, che prima teneva tali beni in feudo dal vescovo e dalla curia lunense, li ottiene ora in affitto al censo di una libbra d’olio. Il vescovo paga il dovuto con quello che ha ricavato dalla liberazione dei rustici di Carrara.
Edizione parziale in LUPO GENTILE 1912, n. 419, p. 411, con data 1256, già corretta da MAZZINI 1914, p. 28.

381 – CCCCXX
1257 febbraio 17, Santo Stefano Magra (in burgo Sancti Stephani, in domo Gualterii quondam Pipioni eiusdem loci)

I fratelli Bonamico e Bonavero del fu Viviano di Bolano cedono a Paganino notaio di Santo Stefano, castaldo del vescovo di Luni Guglielmo, al prezzo di 42 soldi di imperiali, tre pezzi di terra posti in Bolano, in Rioimi. Bonamico e Bonavero, che prima tenevano tali beni in feudo dalla curia di Luni, li ottengono ora in affitto al censo di uno staio di frumento.
Edizione parziale in LUPO GENTILE 1912, n. 420, p. 412

382 – CCCCXXI
1257 febbraio 13, Bolano (apud castrum de Bolano, in domo Bonafemine relicte olim Henrici de Bolano)

Bonafemina, vedova del fu Enrico di Bolano, cede a Paganino, notaio di Santo Stefano, castaldo del vescovo di Luni Guglielmo, al prezzo di 33 soldi di imperiali, due pezzi di terra posti nel distretto di Bolano, in Valporcara. Bonafemina, che teneva tali beni in feudo dalla curia di Luni, li ottiene ora in affitto al censo annuale di un quarto di staio di frumento e una libbra d’olio.
Edizione parziale in LUPO GENTILE 1912, n. 421, p. 413

383 – CCCCXXII
1257 aprile 6, Santo Stefano Magra (in burgo Sancti Stephani, iuxta domum Gerardi de Vindemia)

Viviano del fu Albianello di Albiano cede a Paganino, notaio di Santo Stefano, castaldo del vescovo di Luni Guglielmo, al prezzo di 20 soldi di imperiali, un pezzo di terra nel distretto di Bolano, Prato. Viviano, che teneva tale terra in feudo dalla curia di Luni, la ottiene nuovamente in affitto al censo annuale di una libbra d’olio.
Edizione parziale in LUPO GENTILE 1912, n. 422, pp. 413-414.