Il codice comunemente noto come Codice Pelavicino è conservato presso l’Archivio Capitolare Lunense (Sarzana); si compone di 426 cc. numerate e 20 cc. non numerate; contiene diversi testi tra cui il Liber Iurium della Chiesa di Luni.
Principale promotore della sua redazione fu il vescovo di Luni Enrico da Fucecchio, che salì al soglio episcopale nel 1273 e resignò la carica tra il 24 ottobre 1296 e l’inizio del 1297 (PODESTÀ 1894, 89-113; FRANCHI LALLAI 2000, t.I, parte I, pp.61-66; VECCHI 2011, p. 70 nota 3). Al fine di salvaguardare i beni e i diritti della Chiesa di Luni, il vescovo Enrico riorganizzò gli uffici della curia, fece compilare un inventario generale dell’archivio ecclesiastico e attivò uno scrittorio, nel quale lavorarono diversi amanuensi, da cui uscì appunto il codice.
Il nome di Codice Pelavicino deriva da una piccola parte del codice stesso, il cosìddetto Liber Magister, cioè il libro dei redditi e dei proventi della Chiesa di Luni, che è riportato nel codice nella copia tardoduecentesca, ma che originariamente venne compilato al tempo di Oberto Pelavicino, vicario in Lunigiana dell’imperatore Federico II nel quarto decennio del secolo XIII (OCCHIPINTI 2004). Il nome tuttavia si impose presto nell’uso per indicare l’intero codice, compreso il Liber Iurium, come testimonia un documento del 1487 trascritto nello stesso manoscritto.
Una precedente descrizione del codice (anteriore ai restauri del 1984) si trova in PISTARINO 1957.
Descrizione codicologica
Numerazione delle carte
Struttura del testo
Scrittori
Rilegatura
Come si cita questa pagina:
E. Salvatori, E. Riccardini, Descrizione <http://pelavicino.labcd.unipi.it/il-codice/descrizione/>, in E. Salvatori [et al.] (a cura di), Codice Pelavicino. Edizione digitale, 2a ed., 2020 [consultato in AAAA/MM/GG]